Kaouenn si cimenta nel suo secondo disco “Mirages”, uno sforzo che dal punto di vista compositivo è davvero sorprendente. Già il titolo dell’opera fa intuire ciò di cui si sta parlando e il mondo in cui vuole trasportarci. Sembra infatti che l’artista jesino abbia in programma di lanciarci in una quarta dimensione ideata da lui composta solo di suoni e melodie immaginifiche. Con gli amici al bar diremmo che “Mirages” è un vero e proprio trip, ma qui cerchiamo di andare più a fondo nella questione.
Con “Mirages” Kaouenn sembra voler stravolgere alcune logiche di approccio alla musica contemporanea. Accompagna l’ascoltatore in un percorso non lineare, un sentiero labirintico nel quale si è sconquassati dalla portata e dalla quantità dei suoni sempre diversi. Il messaggio forse è poco chiaro, eppure più immediato. Le suggestioni che evoca, lo stato d’animo che cambia a seconda del tocco che Kaouenn imprime ai brani sono probabilmente il vero messaggio. I miraggi di cui parla il titolo, in verità, suonano molto più reali di quanto ci si aspetti.Le suggestioni che evoca, lo stato d’animo che cambia a seconda del tocco che Kaouenn imprime ai brani sono probabilmente il vero messaggio